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lunedì 15 settembre 2014

Susci: il cheap 5u5h1* più sbagliato e ignorabile

A grande richiesta, il Trangugio torna attivo con una ricetta a dir poco sofisticata e snob che rischia di tradire la filosofia del Trangugio stesso, non fosse per le tracce di povertà e ignoranza ignorabbilità che la fanno tornare sulla (pove)retta via. Visto che dopo l'ultimo post ho finito l'università e sono tornato al villaggio, da bifolco nella metropoli (si fa per dire) ritorno bifolco tra i bifolchi, e da questo momento in poi la  preparazione dei cibi potrebbe far riferimento all'ambiente contadino e vagamente ignorante di cui noi meridionali andiamo fieri (in assenza di altro).
Parliamo di Susci¹, la versione cino-romena dell'originale SU5H1 giapponese.
Attenzione: la preparazione implica un notevole spreco di tempo e di impegno che porta poi a mangiare qualcosa di discretamente disgustoso.
Veniamo direttamente agli...

Ingredienti:

Per il Susci serve:
  • Una quantità variabile di zucchine verdi
  • Riso di qualità Roma Bucarest
  • Aceto di mele o di qualsiasi tipo, anche vino andato a male
  • Zucchero
  • Wurstel, Formaggio, olive, mortadella, il criceto di casa, quello che vi pare da infilarci dentro
  • Salmone affumicato, prosciutto cotto, crudo, speck, cozze, aringhe, acciughe, ecc.
Rimboccatevi le maniche, scolatevi un grappino: ci vuole concentrazione, la preparazione è lunga e alla fine non ne vale nemmeno la pena, a meno che non vogliate fare colpo sulla badante dei nonni.

Preparazione

Prendete il riso, mettetelo in una pentola e copritelo d'acqua. Quindi accendete la fiamma del vostro fornello e fatelo cuocere. Poi l'acqua si assorbirà e dovrete aggiungerne altra (calda). Direbbe qualcuno, tanto vale mettere più acqua fin da subito, no? Evvero, ma su YouTube ho visto fare così, che ne so io?
Ci vorranno circa 30 minuti, attenzione che il riso si attacca, nel frattempo prendete una zucchina:

Attenzione: l'immagine è stata censurata per non urtare la sensibilità del pubblico

Prendete quindi un pelapatate che trasgressivamente useremo per pelare invece una zucchina, #thuglife #punksnotdead #acab.
Attenzione a non fare come ho fatto io, pelate bene in maniera tale da ricavare delle belle striscioline lunghe a partire dalla punta fino alla base della zucchina.
Le striscioline devono essere lunghe e idealmente uguali e spesse, perché poi andranno allineate una accanto all'altra come si può vedere nella foto accanto, in cui ho sbagliato a metterle sul vassoio perché sono tutte unticce di zucchina e si attaccano, infatti poi le ho spostate su una tovaglietta/stuoia.
Dovreste ottenere insomma un tappeto fatto di striscioline di zucchina. La stuoia dovreste poterla trovare al cinese vicino casa, costerà un paio di euro, senza scontrino pure un euro. Ecco più o meno cosa dovreste ottenere:



Potrebbero volerci diverse zucchine, attenzione.
Nel frattempo il riso si sarà cotto, lo scolate nel caso ci sia acqua, e lo mettete in una ciotola. Dovrebbe essere già abbastanza appiccicoso, ma non basta. Prendete l'aceto e lo zucchero. Le quantità non le so, ma vi dico una cosa: basta con questi numeri, queste regole. Siamo uomini liberi! L'obiettivo è rendere il riso colloso e appiccicoso, quindi buttate pizzichi di zucchero e annaffiate con un po' di aceto, amalgamate la poltiglia finché non sarà bella appiccicosa. Ah, dimenticavo: il riso va fatto raffreddare. Io avevo fretta e ho ignorato il suggerimento, ma poi ho capito il perché.


Da bravi contadini/pastori, prendiamo ora con le mani il riso che in teoria doveva essere freddo ma è caldo, tiriamo giù una dozzina di santi mentre con le dita scottate lo adagiamo sul letto di zucchina in maniera tale da creare una moquette di riso colloso, così:


Che bell'aspetto, eh? Sembra proprio una mer*a etnico.

Bene.
Ora adagiamo sulla moquette di riso appiccicoso gli ultimi ingredienti (attenzione, il riso colloso si incolla a tutto, quindi mentre lo si adagia sulla zucchina si attacca contemporaneamente sia alla zucchina che alle mani, e quando sollevate le mani per prendere un'altra manciata viene via parte del tappeto e si crea un casino; in effetti su YouTube dicevano di avere un bicchiere di acqua in cui affondare la mano per evitare tutto questo, ma io me ne sono dimenticato e mi viene in mente solo ora.
Il ripieno del susci può essere qualsiasi cosa. Io ho scelto un wurstel e un po' di formaggio maasdam tagliato per lungo giusto per fare una prova. Si può mettere quello che si vuole, ma più l'ingrediente è lungo, tubulare, affusolato, porno, meglio è per il dopo, quando il susci andrà tagliato e servito.
Bene, ora la tovaglietta torna utile, perché le stringhe di zucchina si disfano subito al contatto, e conviene avere questa stuoia per arrotolare.
Se le strisce di zucchina fossero state parallele ai cosini della stuoia, sarebbe stato un casino, invece in questa maniera possono mantenersi quasi intatti.
Quindi, si prende la stuoia e si arrotola come una grossa "sigaretta speciale", in maniera tale che il riso faccia da copertina al ripieno. Rollate ben bene, e otterrete un rotolone.

Non sono molto bravo a rollare. Sembra che la pietanza si sia arresa e dica: "Basta, fai come ti pare"

A questo punto dovreste tagliare il rotolo in tot parti per ricavarne tot susci rol. Fatto ciò, il susci rol è servito.


Per quanto riguarda gli altri tipi di susci, pescate a mani nude una manciata di riso precedentemente preparato, acetato, zuccherato e mescolato, fate una specie di polpetta allungata e sopra potete adagiarvi quello che vi pare, ed ecco che avete fatto i nigìrati. Un'odorosa aringa marinata, una cozza tarantina, o se è giorno di festeggiamenti, del tipo Natale, Pasqua, o La festa internazionale della pecora, del salmone affumicato:


Ora che avete tutte le conoscenze potrete padroneggiare l'arte del susci ignorabbile.
Io l'ho mangiato ieri sera, e ora non voglio più mangiare alcun tipo di susci, manco quello vero.

P.S. Ovviamente le strisce di zucchina toglietele dopo aver servito il piatto. Non avrete mica davvero intenzione di mangiare quella roba?
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Note:
¹ Per motivi di copyright non è possibile usare il nome ufficiale del piatto, che verrà qui sostituito con caratteri LEET che aggirano il problema alla maniera dei nostri fratelli spammatori, B U Y cheap C14lis &  V14GR4.

domenica 23 febbraio 2014

Fagioli à la Aldo

Si tratta di una squisitissima ricetta che ci fa riscoprire un ingrediente spesso ignorato, abbandonato in cucina insieme a spezie mummificate e altre amenità che generalmente non si usano tutti i giorni: l'aceto.
L'aceto è una cosa grandiosa, dà un sapore immenso a tutto, è privo di grassi ecc., quindi si può dire che grosso modo sia salutare.
In realtà su Internet ci sono ricette che indicano il limone, al posto dell'aceto, ma a noi del Trangugio ci piacciono le cose semplici, quindi vai con l'aceto.
Gli ingredienti sono:
  • fagioli
  • cipolla
  • tonno
  • aceto
  • aglio
  • olio (oppure non scolate il tonno, tanto fa lo stesso, no?)
Facile, no?
In linea di massima, è possibile semplicemente versare il tutto in un piatto e mangiare (do per assodato che i fagioli siano quelli in barattolo, precotti). Oppure, si può tagliare la cipolla in anellini e metterla a bagno nell'aceto con un po' di acqua, riscaldare i fagioli giusto per non sentirsi uno schifo nel mangiare roba fredda appena versata dal barattolo, e se uno proprio vuole può scolare il tonno. Aggiungere anche un po' d'aglio non può far che bene.
Alla fine si unisce il tutto e per dare il tocco di alta cucina si può far cadere un filo d'olio (se invece non avete scolato il tonno, siete a cavallo, oppure ci aggiungete entrambi i tipi di olio, nessuno vi punirà).
Ecco come dovrebbe apparire il piatto:


Ecco invece come dovrebbe apparire secondo la ricetta del Trangugio.


Inutile dire che quest'ultima versione ha molto più fascino.
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Note: Questa ricetta è dedicata al fan n°1 del Trangugio, Aldo, che ha avuto la sfortuna l'onore di dare il nome a questo piatto.

sabato 11 gennaio 2014

Pozione curativa al brodo di pollo HP +100

Finite le feste natalizie, si ritorna a casa nel freddo dell'inverno, con la pancia ancora piena dai cenoni e coi germi che scateneranno in pochi giorni un raffreddore che, se si è accorti, magari non si sviluppa in influenza.
Quindi quale piatto più adeguato, per questo periodo e per questa sciagura microbica, se non il brodo di pollo?
Una ricerca condotta da una famosa università americana (o forse no, ma tanto chi va a controllare?) ha scoperto che il pollo, bollito per ricavarne il brodo, libera la cisteina, un aminoacido simile all'acetilcisteina, usata farmacologicamente per problemi respiratori e altre belle cose.
Quindi, è bene armarsi di abilità alchemiche e preparare questa pozione.
Prima di tutto procuratevi UN POLLOOOOH e fatelo sacrificare a Satana da Richard Benson in nome del Natale del Male.
Dopodiché potete procurarvi gli ingredienti:

  • Sale
  • Aglio
  • Cipolla
  • Pomodori
  • Origano
  • Rosmarino
  • Verdure assortite
  • Il ca**o che vi pare, in effetti non c'è limite alla roba che si può usare per fare il brodo.


Ora veniamo alla parte tecnica.
Gettate il tutto in un paiolo pieno di acqua e accendete il gas.
Consiglio: potete anche usare una sola coscia di pollo. Vi suggerisco comunque di non togliere la pelle prima di gettare il pennuto in acqua: meglio farcelo bollire con tutta la pelle, che formerà poi una patina di grasso sulla superficie del brodo. Questa permetterà al brodo di mantenersi caldo più a lungo quando lo si servirà.
Fate bollire per un certo tempo.
Quando ritenete opportuno, potete spegnere e servire o conservare in contenitori da congelare per un prossimo pasto.

E ora un po' di immagini:

Il brodo che bolle.



La pozione, riposta in contenitori da conservare, sotto una luce sexy.
 
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