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lunedì 5 settembre 2016

Tramezzini allo sgombro

Pasto facile, nutriente, veloce ma non per questo privo di insidie.
Ideale per uno spuntino di metà pomeriggio ricco di proteine.

Ingredienti:
  • Tramezzini di pane bianco
  • Sgombro in lattina
  • Formaggio (edamer o simili)
Lo stolto potrebbe dire "E che ci vuole, pigli due fette, e ci metti sopra sgombro e formaggio, no?"
E invece no.
Prima di tutto, bisogna far sgocciolare un po' lo sgombro perché sennò ammolla tutto il pane.
Dopodiché, il formaggio va prima tagliato, eh, e consiglio di tagliarlo in maniera tale da ricreare una sottiletta, anche se non deve essere proprio sottile. Un quadrato, insomma.
Ora veniamo al trucco esperto:

Il pane in questione, o almeno quello che ho usato io, puzzava terribilmente di smalto per unghie. Alcol per la conservazione, direbbe qualcuno. Certo, vogliamo crederci. Dopo una decina di minuti l'odore non andava via, così:
BAM!
In pentola, a fiamma alta. Lo si biscotta appena appena e via, lo si mette nel piatto.

Bisogna badare a mettere gli ingredienti solo su una fetta di pane, così da poter coprire il tutto con la fetta libera. Questo è un dettaglio tecnico che bisogna precisare, non si sa mai.
Una foto illustrativa del procedimento:


Ora si può mettere la fetta libera su quella guarnita. Se avete seguito bene tutte le istruzioni, il risultato finale sarà questo:


Spero che abbiate apprezzato il piatto.
Cosa c'è? Tanto hype per un tramezzino? Tre giorni di propaganda per due fette di pane e due foto mosse?
Perché, Stranger Things alla fine è stato veramente 'sto gran capolavoro? O Suicide Squad?
E vogliamo parlare di No man's sky?
Questa è la dura lezione: mantenere basse le aspettative, perché la vita fa schifo e ti esalta solo per darti grosse delusioni, per ricordarti che in realtà siamo tutti in attesa della morte, e occupiamo il tempo che intercorre tra nascita e morte con pessimi piatti, pessimi film e pessimi videogame.
Non perdete il prossimo post: due anni di realizzazione, decine di tentativi.
La ricetta più innovativa che il Trangugio abbia mai presentato!
Non crederete ai vostri occhi.
Coming soon.

sabato 2 aprile 2016

Pancacca, o anche Fake Vegan Pancakes

È passato un anno e mezzo dall'ultimo post. In questo tempo ho provato diversi piatti, cercando di padroneggiare l'antica arte della preparazione di pietanze anticonvenzionali.
Alla fine, dopo un anno e mezzo... Non ho padroneggiato un bel niente.
Ma! Da un paio d'anni ho adottato una dieta più sana¹, senza però dover rinunciare al gusto².
Ed è proprio a questo stile di vita che fanno riferimento le nuove ricette che ho elaborato.

Partiamo dalla ricetta in questione.
Anni fa, a colazione mangiavo latte, caffè, biscotti, e dolci dell'Eurospin. Del tipo, Farciroll cioccolato e panna (tabella nutrizionale: per 100g di prodotto, 80g di carboidrati di cui 95 zuccheri, 150g di grassi, di cui 210 idrogenati), o donuts della Lidl (tabella nutrizionale: per 100g di prodotto, 21.88 uSv/h di radioattività).
Ora che faccio un po' di attività fisica e cerco di mangiare sano¹, ho deciso di coltivare io stesso biscotti, farciroll ecc., ma a quanto pare non è possibile cercare alimenti in grado di darmi proteine, zuccheri e grassi nella giusta quantità, senza troppi processi industriali, così da mantenermi in forma.
Ed ecco i pancakes.
Veniamo subito agli ingredienti, per circa 4 porzioni, vale a dire una sola persona abbastanza affamata, o l'equivalente di due spuntini da 2 porzioni.

125g di farina (non quella 00: io ho usato la semola, ma più eco-bio-veg è, meglio dovrebbe essere -- ma probabilmente non lo sarà)
0g di zucchero, manco miele. Ci sono già abbastanza carboidrati nella farina, che ci devi fare con altri zuccheri? Trasformarti in Adinolfi?
25g di burro. Non fa così male come dicono. O almeno così dice l'Internet.
200g di latte.
3 uova. Teoricamente potrebbero bastarne anche due, ma + uova = + proteine, per cui non stiamo a lesinare.
[ingrediente bonus / trangugio special] spolverata abbondante di cacao amaro in polvere. Il cacao amaro in polvere ha qualcosa come 27g di proteine su 100g di prodotto, e una quantità irrisoria di carbs.
Malvagità q.b. se si vuole offrire i pancacca a qualche vegano, ora vedrete perché.
Fegato, in senso morale, se si è in grado di mangiarli.

Preparazione.
È molto semplice.
Prendete tutti gli ingredienti secchi e buttateceli insieme. Quindi farina e cacao. Amalgamate insieme i due colori e oltrepassate le frontiere dell'odio razziale, come le mani dei ragazzini che si davano il cinque nella pubblicità dei Ringo (ma che ne sanno i 2000).
Ora viene la parte "impegnativa".
Il burro va fuso, ma essendo caldo, rischia di cuocere l'uovo. Per cui, versate nell'impasto secco uova sbattute e latte, e sbattete forte il tutto come farebbe il pelato di Brazzers, poi versateci dentro il burro fuso (che nominato dopo il pelato di Brazzers è molto evocativo) e continuate a sbattere tutto continuamente, senza buffering (if you know what I mean).
A questo punto, l'impasto è pronto.


Se sembra vomito coi pezzettini non digeriti, è perfetto.
Ora con un apposito arnese, potete versare il composto in una padella antiaderente, magari la stessa in cui avete fuso il burro (state pensando ancora al pelato di Brazzers?).

 

Praticamente è una crêpe.
Il colorito "feci" è dovuto all'unione dell'asiatico della semola col diversamente bianco del cacao amaro.
Il risultato è una specie di "pizza" morbida e piena di bolle, scura come pane di segale, che si potrebbe benissimo spacciare come frittatina vegan, se non fosse che a parte la farina, per ogni ingrediente dev'essere morto qualcuno (tipo i lavoratori nei campi di cacao).


Consiglio di mangiarli con qualcosa. Per esempio, marmellata, insieme a una pioggia di corn flakes, il tutto rollato e infilato in bocca così com'è per dimostrare a tutti chi è il maschio o la donna alfa.
Ottimo se accompagnato con caffè nero di pregiatissima qualità, tipo l'Ocoa. Ideale per affrontare un'oretta di corsa.


Buon appetito.
___
¹ Il termine "sano" in questo post potrebbe non essere ritenuto poi così adatto dal 99% di medici e nutrizionisti.
² Il gusto ne è inevitabilmente compromesso.
 
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